“L’arte d’oggi esalta la miseria economica del fare per uscire dalla miseria cerebrale del sentire. I creativi attuali della ricerca sono oggettivamente miserabili nel senso più autentico del termine: non hanno mezzi per grandi studi, per materiali costosi, per trasporti impegnativi, per allestimenti faraonici. Tutta roba quest’ultima dell’epoca appena conclusa nel vortice della catastrofe. La scultura di Paolo Anselmo si sviluppa nel più arcaico dei materiali, la terracotta, quella che ha bisogno di poco per diventar eterna, fuoco e calore. Ma è pure questa terracotta un materiale che ha approfittato fino in fondo delle innovazioni tecnologiche d’un secolo appena concluso, generoso di scoperte a tal punto d’aver consentito la crescita fisica degli oggetti, la plasticità delle crete, la follia dei colori e delle invetriature. E lui la follia la sposa senza esitazione, generando mostri e mostriciattoli, esseri marini esistenti solo in fondo alla coscienza ancora non indagata, piccole ipotesi diaboliche che si sprigionano per forza propria.
(Philippe Daverio)
Ha iniziato la sua attività di scultore di ceramica ad Albisola Marina, aprendo una galleria per la sua prima esposizione personale e lì è rimasto fino alla fine del 1998. Nell'agosto successivo ha lasciato l'Italia per andare a Biot, in Francia, dove ha esposto, e tuttora espone, le sue opere in varie località della riviera francese e nella galleria a Biot. Oggi, ritornato nella sua città d'origine, vive ed opera tra Albisola Marina e Faenza con Art Deposit. Primordiale, archetipo e mnemonico sono solo alcuni degli aggettivi che i critici hanno adoperato per definire le sue opere.
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